Codice di autoregolamentazione Sport e Giovani

Nasce in Lombardia il primo Codice di autoregolamentazione per lo sport, per preservare valori come la lealtà, la correttezza, l’onestà, la dignità e il rispetto della persona nella pratica sportiva. Strumento di salvaguardia della salute, richiede professionalità e competenza degli operatori, oltre che sicurezza nella pratica. Sono questi i punti fondamentali della carta voluta dall’assessore regionale allo Sport e giovani Monica Rizzi, sanciti ufficialmente in un “Codice di autoregolamentazione dello sport – Per i giovani e con i giovani”.
Il documento, “frutto di un lavoro lungo e sentito”, è stato sottoscritto e presentato oggi dalla stessa Monica Rizzi insieme ai rappresentanti delle realtà che hanno aderito all’iniziativa: Pier Luigi Marzorati (presidente del Coni Lombardia), Pierangelo Santelli (presidente del Comitato italiano paralimpico della Lombardia) e Antonio Marziale (presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori). Aderisce al Codice anche l’Ufficio scolastico regionale.
Codice etico – “È un vero e proprio codice etico – ha spiegato l’assessore Rizzi – perché qui si parla di valori, concetti e regole legate al comportamento nell’ambito sportivo. È destinato agli operatori, ai ragazzi, agli insegnati e ai genitori e indica direttive per tutti coloro che gravitano attorno al mondo sportivo”. Il documento è stato voluto dall’assessore Rizzi per sottolineare i valori sociali, educativi e culturali dello sport e per indicare le linee guida fondamentali di rispetto e correttezza da applicare alle pratiche sportive. Una dichiarazione d’intenti condivisa da tutti coloro che, a vario titolo, partecipano al mondo dello sport.
Regole – “Viviamo in un mondo – ha aggiunto l’assessore – in cui la mancanza di regole è uno dei problemi fondamentali. Ma i ragazzi invece ce le chiedono e questo Codice è un atto ufficiale importantissimo che servirà a dare loro una mano”.
La prima parte del Codice è dedicata ai diritti dei giovani. Tra questi, il diritto fondamentale è quello di fare sport, come ha sottolineato Monica Rizzi, “in maniera assolutamente libera”, oltre che in un ambiente sano e in assoluta sicurezza, di partecipare a competizioni adatte all’età e di sviluppare il proprio potenziale nel pieno rispetto dei tempi di maturazione personale. Ogni forma di doping e di alterazione dei risultati viene naturalmente condannata senza appello.
La seconda parte del Codice illustra invece le responsabilità dei genitori e degli accompagnatori (che devono evitare ogni forma di pressione indebita, dando allo sport la sua giusta dimensione), dei professionisti (che devono essere bravi non solo da un punto di vista tecnico, ma anche saper valorizzare principi etici relazionali e legati al fair play) e dei ragazzi stessi (che devono impegnarsi a tenere un comportamento esemplare, rifiutando la violenza e rispettando i valori dello sport).
A partire da gennaio l’assessore Rizzi terrà un incontro in ogni provincia “per illustrare ai ragazzi i contenuti del Codice e raccogliere idee, pareri e proposte”. Si tratta, ha sottolineato, “di un documento aperto a miglioramenti”. In progetto un anche un monitoraggio per capire come il documento sarà recepito e applicato. Verrà inoltre studiato un modo per dare un riconoscimento a quelle società che ne applicano in maniera più puntuale i contenuti.