di Carlo Macrì
La denuncia di un imprenditore di Reggio Calabria, a cui il direttore di un noto locale nel centro del paese ha chiesto di far uscire il piccolo in carrozzina. La denuncia del Garante dei Minori: «È contro la Convenzione sui diritti dei minori»
«Signori, qui la carrozzina con il bimbo non può entrare. Vi chiedo, quindi, di lasciare il locale». Così si è sentito dire un noto imprenditore di Reggio Calabria che, il giorno dell’Epifania, in gita a Taormina, è entrato con moglie, figlio, nuora e nipotino di sei anni in carrozzina, a bere un aperitivo in uno dei più esclusivi ristoranti-alberghi della località turistica siciliana, al centro della città. L’imprenditore sulle prime ha pensato ad uno scherzo, ma la direzione del locale gli ha fatto presente che la disposizione faceva parte di una postilla presente a margine del menù giornaliero, affisso fuori dal locale. A nulla sono servite le rimostranze dell’imprenditore: la direzione è stata inflessibile.
Il Garante per l’infanzia
La vicenda è stata segnalata da Antonio Marziale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria. Marziale ha avuto un colloquio con il direttore della struttura ricettiva che gli ha confermato la vicenda motivando l’esclusione di minori al ristorante, «per questioni di privacy dei clienti, per il possibile pericolo di una balconata che si affaccia a strapiombo sul mare, per il divieto di somministrare alcolici a minori e, infine, il possibile intralcio ai camerieri, della carrozzina in sala». Nel locale, però, possono entrarci gli animali, anche di grossa taglia. «Che senso ha aver firmato la convenzione sui diritti sull’infanzia nel 1989, che rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante ai fini della tutela dei diritti dell’infanzia?», si chiede Marziale. Che aggiunge: «Se il divieto esiste, posso immaginare che esistano leggi che lo consentano e che permettono ai gestori di applicarle. Questo, però, è inaccettabile nel nostro Paese». L’imprenditore reggino si è riservato di sporgere querela. In questa storia resta l’interrogativo dell’aspetto culturale e, soprattutto, le motivazioni alla base del gesto.
Fonte: Corriere della Sera (Corriere.it) 9 gennaio 2023